Sai chi sei o sei chi sai? - Roberta Pagliani - Yoga Consapevolezza e Gioia

Sai chi sei o sei chi sai?

“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita
incontrerai tante maschere e pochi volti” L. Pirandello

La fine di una giornata di COSTELLAnimaZIONI Familiari è un momento molto fecondo per assaggiare il sapore dell’Essere.
Entrare in una Costellazione significa mettersi a disposizione dell’onda di Vita che ti attraverserà, senza pensiero, senza giudizio, senza aspettative. L’onda arriva e tu segui il flusso.
Nient’altro che Esserci.
Nulla da fare, nè da capire. Semplicemente dire alla Vita “Eccomi, ci sono”. E lasciarsi condurre.
Un bellissimo allenamento, poichè questo, in verità, sarebbe il significato del verbo Vivere.

Eppure pare difficile darsi alla Vita in questo modo. Qualcosa nella quotidianità, là fuori, sembra impedircelo…

In effetti accade questo: quando entri in una Costellazione, sai che da quel momento tu non sarai più tu, o per meglio dire colui che tu credi di essere, fai come un piccolo reset interiore. Ti apri a ciò che arriverà, disposto ad essere per quei pochi o tanti minuti ciò che il sistema, o se ti piace di più il Campo (ma a me piace dire la Vita), ti chiederà di essere.
Accade che rinunci, in quel frangente, all’immagine di te, alla tua storia, a tutte le identificazioni che di solito ti servono per ricordarti chi (secondo te) sei.
Ecco il nocciolo della questione.
Per entrare pienamente nelle braccia della Vita è necessario dimenticarsi chi si crede di essere.
La tua idea di te è ciò che ti impedisce di Essere Te.
I tuoi connotati fisici, la tua storia personale, la tua cultura, le cose che sai fare, le tue passioni, i tuoi affetti, le tue vicende… sono tutte cose che parlano della persona che tu sei, ma NON sono Te.
Ciò che tu sei è la Coscienza che rende possibile tutto questo.
È lo schermo su cui viene proiettato il film della tua esistenza, ma NON è il film.

La parola “persona” origina dal greco e con tale termine si indicava la maschera dell’attore, quindi il personaggio.
Quando ti senti una persona, sei nel tuo personaggio.
Sei biondo o moro, bello o brutto, alto o basso, hai studiato questo e quell’altro e sai tutte quelle cose, hai quei determinati titoli e hai fatto quelle particolari esperienze. E poi c’è quella cosa che solo tu ce l’hai così, oppure solo tu la fai proprio in quel modo lì. Invece c’è quell’altra cosa che proprio non ti riesce e il tuo vicino di casa (antipatico) che la fa benissimo ti dà ai nervi. Poi c’è la tua musica, il tuo cibo preferito, la tua squadra di calcio, il tuo partito politico, i tuoi libri, i tuoi programmi televisivi, le persone che ti piaccio e quelle che non ti piacciono, chi ti ama e chi non ti ama… E via dicendo.
Tutto ciò fa di te una persona, il tuo personaggio-maschera. Colui col quale sei identificato quando dici “IO”.

Quando dici IO riferendoti all’immagine che tu hai di te (e che ti sforzi tanto di proporre al mondo intorno a te) (e quando il mondo non ci crede molto, t’arrabbi pure parecchio!) in realtà stai credendo al personaggio del film che scorre sullo schermo, dimenticando che tu sei lo schermo.

Purtroppo non ce l’hanno insegnato da piccoli, ad essere ciò che siamo.
Viceversa, ci hanno insegnato a creare il miglior personaggio possibile.
A crederci e farlo credere agli altri.
Una sfiancante corsa alla maschera più bella.
E più tu raccogli informazioni riguardo ciò che ti piace e che sei capace di fare, più credi di sapere chi sei.
E più sei identificato con le tue passioni e i tuoi talenti, più credi di sapere chi sei.
E più tu rinneghi ciò nel quale non ti riconosci, più credi di sapere chi sei.

E più credi di sapere chi sei, meno Sei.

L’attaccamento a ciò che si crede di essere, impedisce di percepire l’Essere.

Fino a che hai bisogno di dire “Io sono questo e quell’altro” ti sta sfuggendo la possibilità di cogliere l’ “Io Sono”.

E così accade spesso di incontrare, nel grande multisala della nostra esistenza da umani, attori così convinti di essere le persone che sono riuscite a diventare, da non poter minimamente accettare l’idea di rinunciare a quel personaggio.

Beffardamente pensare di sapere chi sei è un grande limite all’Essere.
Perchè CHI SEI non pensa. E non può essere contenuto in un pensiero.

Ecco perchè per entrare nell’Essere è fondamentale fare un reset e azzerare tutto ciò che sai di te.

Questa è la ragione per cui i mistici dicono che meno sai chi sei e più sei vicino all’Essere.

Per una mente occidentale “non sapere chi sono” è un disvalore, un problema, talvolta una malattia.
In realtà, quando ti concedi di ammettere a te stesso un bel sano “NON LO SO”, si apre la porta dello sconfinato mondo di tutte le possibilità che la Vita ti può presentare.
E’ un momento di grande apertura, di cui “l’homo-pensantis” ha terrore per il semplice fatto che aborrisce tutto ciò che non è in grado di controllare. E di fronte alla spaziosità dell’indefinito sa che non può nulla.

Pertanto, non sentirti meno te stesso quando non sai chi sei.
Consideralo invece un interessante portale nella direzione dell’essere CHI sei, senza definizioni.

Resisti alla facile tentazione di affidarti a ciò che sai di te per definirti, intraprendi l’avventura di andare ad incontrare quel profondissimo non sapere che rompe schemi, elimina limiti e conduce nello spazio infinito che appartiene all’Essere.

E se ti è sembrato solo un delirante giro di parole, ti suggerisco di infilarti nel cinema più vicino e farti un bel film! 😉

Roberta Pagliani