Chi cerca un’esposizione di foto con posizioni che hanno dell’improbabile
o un’accurata spiegazione delle grandi acrobazie che sarà possibile realizzare con lo Yoga,
forse è meglio che si rivolga altrove…
Per fortuna e purtroppo oggi lo Yoga è diventato qualcosa di molto popolare, non più destinato a una ristretta cerchia di eletti. Se da una parte questo lo ha reso accessibile a tutti, dall’altra lo ha fortemente snaturato dalla sua essenza, allontanandolo dalla sua origine.
Di questi tempi, guardandoci intorno, potremmo intendere lo Yoga come una sorta di “ginnastica in sanscrito”, uno “streching evoluto” o, peggio ancora, un modaiolo stile di vita sano, esibito a suon di scultura ed esaltazione del corpo, alimentazione rigorosamente vegana, ore e ore di presunta meditazione, conoscenza perfetta dei chakra e di tutti i corpi sottili con individuazione dei rispettivi colori e profumi, costante espressione da mistico in odore d’illuminazione disegnata sul volto e, ovviamente, illimitata conoscenza intellettiva anche senza la lettura degli antichi testi sapienziali…
Per quel che mi riguarda, Yoga è un’altra cosa.
Le origini
Benchè abbia diversi significati, solitamente si fa ricondurre la parola Yoga alla radice Yui, ossia Unire.
In effetti, una prima risposta benefica che lo Yoga può portare nella vita delle persone è un senso di unione, di riavvicinamento e integrazione delle proprie parti, vale a dire la sfera fisica, con quella mentale, quella emotiva e quella spirituale. Si tratta certamente di un buon risultato, poiché l’uomo moderno è tutt’altro che integro e armonico, in condizioni ordinarie.
Ma esiste un altro livello di unione (ad un’ottava più alta) di cui lo Yoga può far dono a chi decide di entrare profondamente nel cuore del suo messaggio. L’unione a cui si ambisce è quella della coscienza individuale con la Coscienza Universale.
E’ un percorso, graduale e non sempre semplice, dall’identificazione col corpo, i pensieri, i sentimenti ed emozioni al totale riconoscimento di essere nient’altro che Assoluto.
Si tratta di un processo di trasformazione, o meglio trasmutazione, da una materia grezza (l’io e tutto il suo mondo) a una materia nobile (l’Essere).
La famosa trasmutazione del piombo in oro.
E dunque Alchimia.
L’alchimia condivide con lo Yoga la sorte di essere interpretata dalle masse in modo superficiale.
Tuttavia, chi decide di addentrarsi comprenderà in breve tempo che quella di scienza precorritrice della chimica non è altro che il travestimento di una disciplina iniziatica esposta utilizzando il simbolismo della trasmutazione dei metalli.
Le operazioni alchemiche si riferiscono in realtà alla trasformazione interiore dell’essere umano.
Tutti coloro che si sono occupati di dare un senso alla vita, sono giunti alle medesime considerazioni e hanno percorso lo stesso tragitto interiore.
Benché elaborate in epoche diverse e con modalità differenti, tutte le discipline spirituali ed iniziatiche convergono ad un messaggio univoco.
Si tratta di portare Vita nella propria vita, fino a diventare nient’altro che pura espressione di Consapevolezza incarnata.
Alchimia Yogica
Mi piace pensare che il praticante di Yoga oggi sia l’alchimista di se stesso.
Questo comincia sul tappetino, dove iniziamo a forgiare il corpo fisico, rispettandolo nelle sue peculiarità e rafforzandolo nelle sue potenzialità, un vero a proprio crogiolo in cui avvengono miracoli talvolta impensabili.
E ciò che apprendiamo sul tappetino lo portiamo nella vita, nel fuoco alchemico del quotidiano divenire, cercando di apprendere l’arte dell’osservazione, dell’accoglimento senza giudizio, della giusta misura tra volontà e abbandono, tra forza e morbidezza, tra disciplina e gioco, senza dimenticare un sincero abbraccio verso noi stessi e verso gli altri, ricordando sempre di attingere e lasciarci ispirare dalle forze della Natura.
Iniziamo ad assaporare il significato di essere in nessun altro luogo che qui e in nessun altro tempo che adesso e sentire la forza della Vita che ci sta attraversando esattamente ora, in questo respiro.
(E se non ci adageremo ai primi risultati e sapremo approfondire la nostra pratica e la nostra sensibilità, potremo infine riconoscere che “io-qui-ora” non è altro che “tutto-ovunque sempre” e anche “niente-in nessun luogo-mai”).
Ed ecco, il corpo cambia, la mente si fa più docile e le emozioni meno invadenti, l’essenza viene lentamente risvegliata dalla sua forzata anestesia e può finalmente iniziare a esprimersi, rendendo la vita tutta un’altra Vita.
Questo è Yoga per me: celebrazione della Vita. Pura espressione dell’Essere.
“Lo Yoga non è un’attività da circo, è una pratica che rimane per lo più invisibile alle persone non sensibili”.
Eric Baret
Le mie lezioni
Conduco lezioni settimanali della durata di un’ora e trenta, che sono un concentrato della mia esperienza non solo nell’ambito dello Yoga, ma di tutto ciò che ritengo funzionale allo sviluppo di una nuova e antica Coscienza dimenticata e da sempre scritta nella profondità di ciascuno di noi.
Il tappetino è lo spazio su cui allenare il corpo ad una nuova dimensione di ascolto e di movimento: si tonifica, si rafforza, si migliora la postura, l’allineamento, l’equilibrio, la flessibilità, la mobilità e soprattutto la conoscenza di se stessi, stabilendo un nuovo rapporto intimo e sincero tanto con i propri talenti quanto con i propri limiti.
Ed inoltre, il tappetino è metafora della vita, perché le dinamiche che si portano su quel pezzo di gomma colorata, in verità sono le stesse che si portano nella vita. E ciò che si impara in quel piccolo spazio, può diventare prezioso nel grande spazio della vita quotidiana.
Tutto il lavoro fisico, ancorché di una certa intensità, è supportato e accompagnato da un percorso di consapevolezza e di indispensabile ascolto interiore, ove il protagonista possa essere sempre “colui che abita il corpo” e l’attività anatomica sia considerata il mezzo e non il fine dell’azione.
La parte dedicata al lavoro corporeo è riconducibile ad un Hatha Yoga di Tradizione Tantrica, mediante sequenze di Asana che vanno ad agire contemporaneamente sul corpo fisico e sui corpi sottili.
Segue poi una parte dedicata al Pranayama (tecniche di gestione del respiro) e/o brevi pratiche di concentrazione/meditazione, per poi concludere la seduta col rilassamento finale in posizione supina (Savasana).
Questa descrizione può alimentare solo la mente di chi sta leggendo.
C’è qualcosa che non può essere passato attraverso le parole. Solo l’esperienza e il contatto col Sentire può parlare alla nostra Verità.
Per chi si sente richiamato, è possibile fare una lezione di prova senza impegno.
UNISCITI AL NOSTRO CANALE TELEGRAM
ASCOLTA IL MIO PODCAST
Se usi questo testo, o parti di esso, per favore citami come autore.
Grazie.